Territorio

Benevento

La città di Benevento, situata nell’entroterra della Regione Campania e posizionata tra i fiumi Sabato e Calore, vanta un passato ricco di storia, con suggestivi e splendidi monumenti a testimoniare secoli di gloriosi eventi. Può essere considerata una città museo a cielo aperto, nota anche come la città delle Streghe grazie al famoso liquore. La storia di questa magica città si suddivide principalmente in tre periodi: Romano, Longobardo e Pontificio. Ognuno di essi ha lasciato testimonianze storico-artistiche di notevole pregio.

L’Arco di Traiano, eretto tra il 114 e il 117 d.C. in onore dell’imperatore Traiano, sorge al centro della città. Il Teatro Romano, voluto da Caracalla, è famoso per la sua ottima acustica, mentre l’Arco del Sacramento è un’altra testimonianza di questo periodo.

Durante il periodo Longobardo, dopo la caduta del Regno di Pavia, Benevento fu elevata a Principato da Arechi, amante delle arti e della cultura, che realizzò numerose opere architettoniche. La chiesa di S. Sofia con il suo bellissimo chiostro e “la Civitas Nova” con le sue mura perimetrali sono esempi di questo periodo. Con la fine della dominazione Longobarda, Benevento passò al dominio Pontificio, dando luogo a testimonianze architettoniche come la maestosa Rocca dei Rettori, il Duomo, il Palazzo Paolo V, la Basilica di S. Bartolomeo e la Basilica della Madonna delle Grazie.

Dopo l’Unità d’Italia, Benevento fu liberata dal dominio Pontificio e dichiarata Provincia d’Italia nel 1860 con decreto di Giorgio Pallavicini. Merita una visita l’Hortus Conclusus, situato nel giardino dell’ex convento di S. Domenico, in piazza Guerrazzi, un insieme di significativi elementi scultorei dell’artista Domenico Paladino, che formano un’opera compiuta.

Torrecuso

Torrecuso è un piccolo paese caratterizzato da un percorso tortuoso tra pietre scoscese, con un ingegno ardito e un clima dal gelo precoce e tardivo. La sua prima menzione risale all’XI secolo con la forma “torum licusi”, derivante da “torus” o “toronis”, che significa “altura o colle”, in linea con la topografia del paese. Da “torus” si sviluppò il diminutivo “toriculus”, da cui, attraverso successivi cambiamenti linguistici, si arrivò a “Terlicuso” e poi a “Torrecuso”.

Nessun rudere di origine greca, etrusca o sannita è mai emerso nel territorio di Torrecuso o nelle zone circostanti, rendendo quasi certa la sua origine medievale. Il centro è sicuramente di impianto medievale, sorto per la difesa di Benevento, all’epoca capitale longobarda. Una torre eretta per proteggere Benevento divenne in seguito un palazzo baronale, che ospitò anche Ferdinando I d’Aragona. Il ponte Foenicolum di epoca romana, che consentiva il passaggio da una sponda all’altra del fiume Calore, è un’antica testimonianza di connessione.

Fino al XIII secolo esisteva anche il castello di Fenocchio, distrutto dal terremoto del 1349. Torrecuso fu un dominio feudale della Baronia dei Fenocchio, passando successivamente ai Della Leonessa, ai Caracciolo e ai Cito.

Il paese fu sempre un comune autonomo e tra i secoli XVII e XVIII raggiunse la sua massima prosperità, con un ceto civile numeroso e distinto per probità e cultura. Successivamente, la famiglia Mellusi di Sant’Agata de’ Goti si stabilì a Torrecuso, diventando proprietaria del palazzo baronale, dove nacque Antonio Mellusi, noto come “il geniale poeta del Sannio”. La chiesa della SS. Annunziata (XIV secolo) è notevole, impreziosita da quadri del 1700 e 1800, con una pregevole pala sopra l’altare maggiore. In questa chiesa sono conservati i resti mortali di San Vincenzo di Saragozza, martire spagnolo, le cui ossa furono portate a Torrecuso dal marchese Carlo Andrea Caracciolo.

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